Covid-19… riflessioni

ALCUNE RIFLESSIONI SU QUANTO STIAMO OSSERVANDO…

In questi giorni stiamo assistendo ad una situazione di emergenza diffusa, rispetto alla quale si notano differenti modi di reagire da parte delle persone. Si respira un clima intriso di emozioni di paura, rabbia, preoccupazione, tristezza, speranza, associate talvolta a comportamenti apparentemente immotivati, privi di significato e con l’accento posto sulla propria individualità.

Risposte differenti sul piano comportamentale sono strettamente legate al modo di percepire, esperire e valutare ciò che ci circonda.

Di fronte alla diffusione dell’epidemia legata al Covid-19, emozioni abbastanza comuni sono la paura e l’ansia. Ciò che è nuovo può spaventare perché è qualcosa di scarsamente conosciuto e poco controllabile.

La percezione di vulnerabilità di fronte a un potenziale pericolo può avere come esito l’esagerazione della portata delle informazioni in circolazione, ponendo l’accento quasi esclusivamente sul versante del rischio associato alla contaminazione e alle conseguenze di questa. Di contro, si nota uno sbilanciamento in negativo rispetto alla percezione delle proprie capacità di fronteggiamento di tale situazione, ovvero si fatica a far luce sulle proprie capacità di far fronte ad un evento stressante oppure le stesse capacità vengono minimizzate.

Le sensazioni di pericolo e di perdita di controllo sfociano nei vari comportamenti a cui stiamo assistendo, alcuni dei quali rischiano di essere disfunzionali perché estremi e ingiustificati sul piano di realtà.

 

Vediamo insieme quali sono alcuni dei comportamenti più comuni osservati associati alla paura e all’ansia.

L’evitamento delle circostanze temute è una delle modalità di fronteggiare il pericolo percepito, osservabile nella eccessiva chiusura al mondo circostante. Tale comportamento, apparentemente è protettivo, ma va a rinforzare l’idea e la percezione di vulnerabilità, perdendo di vista alcune cose possono essere fatte seguendo le dovute indicazioni.

Altro comportamento è la fuga. In questo caso specifico abbiamo osservato quasi un esodo dalle zone più colpite dal virus verso altri posti ritenuti “più sicuri”. Anche la fuga va a rinforzare il pensiero che non si è in grado di reggere di fronte alla percezione del pericolo. In questo caso specifico,inoltre, sembra di trovarci di fronte a valutazioni del tutto arbitrarie e superficiali, relativamente al concetto di sicurezza.

Poi c’è chi continua a “vivere come se nulla fosse”, mettendo così in atto comportamenti contrari a quanto viene consigliato dalle Autorità competenti, quasi con atteggiamenti di sfida. Si tratta di comportamenti che in apparenza vengono visti come sinonimo di forza da chi li mette in atto, ma di fatto sono modalità controfobiche di reagire a tale evento, che hanno alla base la negazione di un rischio reale e di ciò che è temuto, quindi si originano dalla stessa radice dei precedenti comportamenti elencati.

Comportamenti controfobici su un piano superficiale possono essere considerati utili per andare avanti, ma alla lunga rischiano di ritorcersi contro chi li mette in atto e non solo.

Se torniamo alle emozioni di questi giorni, un’altra abbastanza diffusa è la rabbia nei confronti di chi non ha rispettato e non rispetta le varie norme emanate a livello statale e locale, rabbia che ha a che fare con la percezione di un presunto danno subìto a causa di tali comportamenti altrui e con la frustrazione legata all’aspettativa disattesa di un comportamento responsabile e rispettoso del bene comune, sempre da parte degli altri.

In una simile situazione, ciò che ci viene richiesto per ristabilire un nuovo equilibrio è un adattamento diverso rispetto alle solite abitudini. Ciò comporta certamente il mancato soddisfacimento di alcuni nostri bisogni nell’immediato.

D’altro canto ci troviamo di fronte all’opportunità di riflettere sulle nostre priorità e di comprendere che, in alcuni casi, la “ricerca del piacere” individuale e immediato può essere differita a favore di necessità diverse, che richiedono l’adozione di comportamenti i cui esiti saranno visibili più a lungo termine e sono rivolti anche alla collettività.

Per raggiungere un nuovo equilibrio, è richiesta un’adesione a norme stabilite dalle Autorità con finalità preventive, questione che ci offre un importante spunto di riflessione su quale sia il nostro rapporto con le “regole” e con l’autorità stessa in generale, nonché su cosa si sta insegnando alle nuove generazioni in merito.

 

Cosa possiamo fare nella vita di tutti i giorni per vivere al meglio questo periodo?

È importante seguire tutte le precauzioni raccomandate dall’Istituto Superiore di Sanità e informarsi da fonti autorevoli, riducendo la ricerca continua di notizie da qualsiasi fonte. In questo modo evitiamo di sentirci confusi e di confondere gli altri con la diffusione di notizie contrastanti.

Avendo più tempo a disposizione, è possibile dedicarlo a svolgere tutte quelle attività piacevoli, che altrimenti non sarebbero state neanche prese in considerazione.

È bene evitare luoghi affollati e chiusi, occasione per fare passeggiate e attività fisica all’aperto, sempre nel rispetto delle precauzioni adeguate.

Condividere il proprio stato d’animo può essere utile per sentirsi meno soli nella gestione di emozioni che in situazioni di stress e di emergenza risultano essere abbastanza comuni. Riconoscere e comunicare le proprie emozioni è il primo passo per costruire uno spazio di riflessione utile, in seguito, anche a mettere in atto comportamenti funzionali e adeguati alla situazione.

 

Ciascuno di noi, nel suo piccolo, può fare

qualcosa di positivo per la collettività.

Questo è il momento di farlo!

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