Un altro volto della “crisi”

UN TENTATIVO DI GUARDARE OLTRE…

Stiamo attraversando un momento critico da più punti di vista. Nel senso comune, il termine “crisi” è solitamente letto con connotazione negativa, ma vorrei fare una riflessione che si discosta da tale valutazione negativa del termine.

“Crisi” deriva dal verbo greco “krino”. La lingua greca è caratterizzata da un numero limitato di termini, motivo per cui ciascuno di essi può avere più significati a seconda del contesto in cui è collocato.

Tra i vari significati del verbo “krino”, c’è quello che deriva dal tipico contesto dell’agricoltura. In tale ambito, il verbo era utilizzato per descrivere ciò che accade nella trebbiatura, ovvero la separazione tra il chicco di frumento e la pula, che è la copertura del chicco usata poi come foraggio per gli animali. Da questa pratica, deriva il significato di “separare”, da cui poi il termine “crisi” ha assunto altri significati tra cui “scelta”, “capacità di giudizio”, “discernimento”.

Se lo leggiamo in tale accezione, il termine “crisi” ci rimanda ad una situazione in cui siamo chiamati a scegliere, a separare l’essenziale da ciò che può essere messo da parte, ad esercitare la nostra capacità di giudizio, a discernere più in profondità ciò che ci riguarda, andando oltre uno sguardo superficiale.

Nel fare una cernita tra ciò che è essenziale, più importante e cosa lo è meno, entrano in scena i nostri bisogni più o meno centrali e quindi tutti gli aspetti emotivi ad essi collegati. Se poniamo lo sguardo sulle circostanze attuali, nel mettere in secondo piano alcune attività quotidiane, può essere rassicurante pensare che ci sono scelte che non hanno termini in senso temporale, ma anche scelte che possono essere limitate nel tempo. In questo caso, si tratta di sospendere, di mettere tra parentesi per un tempo limitato qualcosa. Ciò non vuol dire che nel frattempo non si possa trovare un modo alternativo per soddisfare i propri bisogni.

Inoltre, se pensiamo ai nostri bisogni connessi al nostro stile di vita, che ad oggi deve essere modificato per qualcosa che non abbiamo scelto, per una situazione di emergenza, proviamo a riflettere su quanto siamo più o meno trainati da quel principio del piacere di fronte al quale rischiamo di perdere la cognizione di ciò che è davvero utile e ciò che è buono per noi e gli altri.

Possiamo usare questo tempo per sperimentare la nostra abilità a rispondere ad una situazione da fronteggiare, facendo qualcosa di diverso dalla solita routine, che forse – in ultima analisi – è tanto varia solo apparentemente se andiamo più a fondo.

… buona “scelta” a tutti!

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